I disturbi dell’alimentazione – Psicoterapia Milano

psicoterapia milano anoressia bulimiaChe cosa hanno in comune una ragazzina di 15 anni che ogni giorno non mangia più di una minuscola porzione di insalata scondita e chi invece si ingozza di torte e biscotti per poi procurarsi il vomito? Entrambe le situazioni rientrano tra i disturbi dell’alimentazione.

Il primo Disturbo da Comportamento Alimentare (DCA) a essere documentato è stato l’Anoressia Nervosa (AN) descritta in letteratura medica fin dal 1874. Circa cento anni dopo, nel 1979, un sottotipo di AN è stato classificato come disturbo a sé stante come Bulimia Nervosa (BM). In questi ultimi tempi inoltre ha ricevuto molta attenzione per la forte incidenza soprattutto tra le persone obese un diverso tipo di disturbo conosciuto come Binge Eating Disorder o Disturbo da Alimentazione Incontrollata (DAI).
Diagnosticare un DCA non è semplice, gli attuali criteri diagnostici sono stati determinati da un gruppo di esperti; nonostante non vi sia completo accordo su alcuni sintomi e rimangano delle ambiguità, sono un valido aiuto per individuare sia i sintomi da trattare sia i metodi. Attualmente questi criteri sono gli standard da seguire per poter diagnosticare un DCA.
Ma quali sono?

Anoressia nervosa (AN)

I criteri

I criteri chiave per poter fare diagnosi di AN sono: (a) perdita di peso e/o mantenimento di un peso almeno il 15% inferiore al peso considerato normale in relazione all’altezza e all’età; (b) intensa paura di diventare grassi o perdita di peso autoindotta attraverso l’evitamento dei cibi che fanno ingrassare; (c) percezione disturbata o distorta del proprio corpo visto come troppo grasso nonostante sia al contrario emaciato; (d) amenorrea in donne sviluppate o disfunzione endocrina diffusa riguardante l’asse ipotalamo-ipofisi-gonadi che si manifesta nelle donne come amenorrea e negli uomini come perdita della potenza o dell’interesse sessuale.

Caratteristiche comuni

Vi sono spesso anche alcune caratteristiche associate all’AN riguardanti problemi emotivi e comportamentali: umore depresso, ritiro sociale, insonnia, diminuzione dell’impulso sessuale, sentimenti d’incapacità e la necessità di avere un controllo su alcuni aspetti del proprio ambiente di vita oltre alla tendenza verso il perfezionismo.
Quando una dieta diventa così rigida da costringere la persona a non mangiare se non addirittura ad evitare di partecipare a un evento speciale (ad esempio un compleanno, un matrimonio, andare in vacanza perché potrebbero non esserci gli alimenti concessi) allora è importante che scatti un campanello d’allarme perché significa forse che si sta oltrepassando il sottile confine tra una dieta e un DCA.
Una volta che il disturbo diventa stabile e la perdita di peso prosegue, l’AN comincia ad auto perpetuarsi perché gli effetti del semidigiuno cominciano a influenzare anche la sfera emotiva e cognitiva (si comincia a sviluppare un’intensa paura di ingrassare e la tendenza a considerare il proprio valore solo in relazione al proprio peso corporeo e alla forma fisica). Spesso queste persone praticano lunghe attività fisiche estenuanti e compulsive. Si sviluppano comportamenti alimentari stravaganti come sminuzzare il cibo in pezzetti molto piccoli mentre con estrema lentezza e sofferenza cercano di mangiare oppure ci si disfa del cibo o si evita di mangiare molti alimenti che sono considerati pericolosi cioè ingrassanti.

Bulimia nervosa (BN)

I criteri

I criteri chiave per diagnosticare BN sono:

  1. presenza di ricorrenti episodi di iperalimentazione o abbuffate almeno due volte a settimana per almeno tre mesi;
  2. condotte compensatorie per prevenire l’aumento di peso per le calorie ingerite durante l’abbuffata (ad esempio vomito autoindotto, uso di lassativi e diuretici, clisteri, periodi di eccessiva attività fisica o digiuno);
  3. autovalutazione eccessivamente basata su peso e forma fisica, sensazione di essere troppo grassa o paura di ingrassare.

L’abbuffata (cibo ingerito in quantità molto maggiore rispetto a quella che la maggior parte della gente riuscirebbe ad ingerire nello stesso periodo di tempo) è in genere fatta in segreto e la persona sperimenta durante questo periodo una perdita di controllo rispetto a ciò che sta mangiando. In genere queste persone tendono ad avere un peso nella norma, anche se può esserci una storia di sovrappeso o di obesità in precedenza. L’abbuffata in genere è programmata in anticipo, vengono acquistati specifici cibi da abbuffata, cioè semplici da inghiottire, ipercalorici, cibi cosiddetti proibiti, cioè generalmente evitati. Durante l’abbuffata la persona mangia velocemente, alcune persone masticano il cibo e lo sputano, molte altre lo rigurgitano o abusano di lassativi o diuretici che servono a indurre dissenteria o perdita di liquidi.

Disturbi dell’alimentazione

Quando si parla di disturbi dell’alimentazione in genere si fa riferimento ad anoressia e bulimia; in realtà dal 30% al 60% di chi ne soffre non soddisfa completamente i criteri diagnostici ne per l’una ne per l’altra, ma appartiene alla categoria dei disturbi alimentari atipici. Ad esempio una persona potrebbe non avere l’amenorrea o avere un peso non inferiore al 15% rispetto a quello atteso; potrebbe ad esempio in caso di BM non avere la stessa frequenza o durata degli episodi di abbuffata/eliminazione o non presentare condotte inappropriate compensatorie come il vomito autoindotto.

I disturbi dell’alimentazione di solito iniziano con un apparente normale mettersi a dieta. Viene costantemente e implacabilmente diminuita la quantità di cibo assunta per soddisfare il desiderio di essere sempre più magre. Tuttavia questo desiderio iniziale ben presto comincia ad essere sostituito da pensieri bizzarri come il bisogno di punirsi tramite incessante esercizio fisico. Diventare emaciate diventa l’ultimo obiettivo, ci si sente disgustati e colpevoli se viene assecondata la fame. Anche la Bulimia Nervosa in genere inizia da una dieta, successivamente compaiono le abbuffate e le condotte compensatorie per eliminare il cibo assunto. E sono proprio gli sforzi per diminuire l’introito calorico che aprono la strada alle abbuffate e all’eliminazione del cibo ingurgitato. All’inizio le persone si sentono bene con se stesse, pensano di aver scoperto il segreto di poter mangiare tutto ciò che si desidera senza prendere peso, ma presto l’esaltazione iniziale viene sostituita da angoscia e consapevolezza che questi comportamenti non sono più sotto il proprio controllo.

Come ho cercato di mostrare esistono per questi disturbi molti modi di presentarsi, con manifestazioni sintomatologiche diverse. Per questo non è possibile attribuire a una sola causa la responsabilità di queste manifestazioni.

Una possibilità di cura

I disturbi dell’alimentazione rientrano nell’ambito delle riflessioni che riguardano il rapporto tra mente e corpo. La terapia psicodinamica è tra le diverse terapie quella che vanta la storia più lunga nel trattamento dei disturbi dell’alimentazione. Due sono gli elementi terapeutici profondi di cambiamento: la comprensione del significato profondo di questa soluzione nella vita della persona e la possibilità di trovare soluzioni diverse all’esperienza e all’espressione di sé attraverso il controllo del cibo e del peso. La terapia  affronta il significato di questa soluzione all’interno della storia, soprattutto relazionale, della paziente, la sua influenza sulle attuali relazioni e la manifestazione di questa influenza nella relazione con il terapeuta.
L’obiettivo della terapia sarà dunque  un’accettazione attiva di sé e la ripresa di un ascolto dei propri bisogni fondamentali senza più ricorrere alla “stampella” del cibo, recuperando il proprio equilibrio e la libertà da questa  “gabbia” che impedisce di rivolgersi alla vita e che la persona stessa contribuisce a creare senza esserne consapevole.

BIBLIOGRAFIA

Bruch H. (1988) Anoressia. Casi clinici trad. it., Cortina, Milano, 1988
Fontana M., Tricoli M.L., Il corpo come realtà mentalizzata del sè, in Ricerca Psicoanalitica, 1998, n. 1
Nunziante Cesaro A. (1996) Del genere sessuale. Saggi psicoanalitici sull’identità femminile, A. Guida, Napoli
Touyz S. W. (2010) Disturbi dell’alimentazione, Giunti O.S. Organizzazioni Speciali, Firenze, 2008

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