L’importanza dell’autostima

importanza dell’autostimaL’autostima è la consapevolezza di poter contare prima di tutto su noi stessi perché persone degne di valore. Stimare se stessi significa non mettere in discussione la nostra importanza e, di conseguenza, essere capaci di assumersi responsabilità nei confronti degli altri. Il rispetto per se stessi, i propri bisogni, emozioni e potenzialità aiuta a entrare in un rapporto costruttivo con gli altri. Se questo rispetto manca allora anche il rapporto con gli altri ne viene profondamente condizionato e questo é un aspetto sul quale le persone non sono abituate a riflettere.

La convinzione di essere una persona degna di stima impronta infatti tutto il nostro rapporto con l’ambiente e ne influenza l’interpretazione e la percezione. Una forte autostima permette di affrontare le situazioni problematiche con assertività, evitando di interpretarle come paralizzanti, senza via d’uscita o come provocazioni intollerabili.

Uscendo dal limite delle solite definizioni cosa vuol dire veramente autostima? Da dove nasce? Una persona possiede una buona stima di se stessa perché è una caratteristica intrinseca del suo carattere o é determinato dai suoi geni? Se ho una bassa autostima di me stesso sono destinato a vivere con questa percezione per il resto della mia vita o posso fare qualcosa per cambiare? Ecco alcune domande molto comuni e importanti.

Ogni azione (o azione mancata) é soggetta a una valutazione soggettiva. La propria valutazione avviene in modo quasi automatico, difficilmente una persona ne é realmente consapevole o si sofferma a riflettervi, a meno che non si venga indotti a farlo o stimolati a rielaborare il giudizio iniziale. Ed é proprio l’immediatezza con cui spesso operiamo un giudizio su di noi, le nostre relazioni e gli altri, a indurre a pensare che questo modo di pensare sia coerente con la propria persona, emozioni, aspirazioni e che di conseguenza non necessiti di alcuna revisione critica.

Tuttavia il proprio sistema di valori, quello che ognuno ritiene e sente come autentico, importante, vero, spesso non é altro che una gabbia che la propria storia di esperienze ha condotto a costruirci intorno. Non é facile avere la consapevolezza di quanto questa gabbia con cui una persona convive per anni, possa limitare il proprio sviluppo sociale e le relazioni sociali. E’ doloroso vedere come persone capaci di valore si limitino in ogni aspirazione ed espressione di sè, chiuse in una prigione di severità e autopunizione giustificata dalla convinzione che il mondo esterno non le accetterebbe mai per come realmente sono. Ma convinte da chi e da cosa?

Nell’immaginario di molti ognuno é degno di stimare se stesso quanto più si avvicina, come stile di vita e di pensiero, a un protagonista vincente della vita reale o fantastica della soap opera del momento o del reportage giornalistico di qualche divo della televisione. Dopo anni di esposizione al falso mondo dei media, la confusione tra fattori esteriori e superficiali e aspetti più fondamentali rendono difficile capire chi si é veramente e su quali caratteristiche proprie e vere basare la propria autostima. Nel tentativo di raggiungere standard imposti, nel tentare di fare di se stessi un’altra persona, si rafforza in modo sempre più accentuato la credenza che la persona che sié sia inaccettabile. La stima di sè é legata al riconoscersi un valore per come si é e non per come si impara a fingere di essere.

La bassa autostima produce:

  • una scarsa fiducia in se stessi e nel mondo;
  • la difficoltà di ascoltarsi e individuare obiettivi realistici e coerenti con le proprie aspirazioni;
  • la mancanza di un progetto di vita personale;
  • la tendenza a reagire d’impulso anzichè pensare cosa desiderate e cosa siete;
  • l’incapacità di assumersi la piena responsabilità della propria vita;
  • il mancato riconoscimento del proprio diritto di manifestare liberamente e pienamente se stessi;
  • la tendenza a dipendere dagli altri per la definizione del proprio valore di persona e delle proprie capacità;
  • la ricerca del consenso altrui, scarso spirito di iniziativa e scarsa disponibilità a rischiare;
  • la paura di assumere la responsabilità dei propri comportamenti in modo costruttivo e positivo.

L’autostima influenza la stessa concezione personale di successo. Il successo non é più inteso come esito positivo rispetto a un proprio obiettivo e un proprio sistema di risorse e di vincoli, bensì come un rientrare all’interno di norme di comportamento e di valori tipici della rete sociale di appartenenza (diventare cioé “come tu mi vuoi”). Il giudizio altrui diventa fonte di ansia, soprattutto se associato al timore di perdere la stima e l’approvazione sociale, rendendo cruciale rispettare le norme più o meno esplicite del gruppo di appartenenza. Un atteggiamento simile mina l’immagine che la persona ha di se stessa ed é disfunzionale per lo stesso sviluppo personale perchè non consente di imparare a dare importanza a ciò che per ognuno può essere appropriato e a scegliere pensieri e comportamenti coerenti con le proprie caratteristiche e potenzialità.Sentire il piacere di essere se stessi e riuscire ad affermarsi per come si é significa non porsi nei confronti della propria realtà in modo passivo e a non investire tempo e risorse per compiacere le persone del proprio ambiente relazionale. Significa essere assertivi, cioé creare comunicazioni e relazioni rispettose delle proprie emozioni e bisogni, pur nel rispetto delle esigenze e dei diritti altrui. Imparare a gestire assertivamente i contatti con le persone vuole dire affrontare gli altri in modo equilibrato e sentirsi meno condizionati dalla paura di non piacere o di essere espropriati di diritti e di spazi che invece ci appartengono.Il cammino verso l’assertività parte dallo sviluppo delle capacità di interpretare le situazioni man mano che si presentano, avendo come riferimento i diritti vostri e del vostro interlocutore. Ed é importante allenare la nostra capacità di difenderli e sostenerli anche in circostanze in cui la tentazione di lasciare perdere é molto forte.

Ma quali sono i diritti assertivi?

  • Diritto di decidere e di valutare il proprio comportamento, i propri pensieri, le proprie emozioni e di essere il giudice di se stessi assumendosene la responsabilità
  • Diritto di non offrire ragioni o scuse per giustificare il proprio comportamento;
  • Diritto di valutare e decidere se si ha la responsabilità di trovare una soluzione ai problemi degli altri;
  • Diritto di cambiare idea;
  • Diritto di commettere errori e di esserne responsabile;
  • Diritto di dire “NON LO SO” e chiedere spiegazioni;
  • Diritto di sentirsi liberi dall’approvazione degli altri prima di entrare in relazione con loro;
  • Diritto di essere anche illogici nel prendere decisioni;
  • Diritto di dire “NON CAPISCO”;
  • Diritto di non essere perfetti.

BIBLIOGRAFIA
B. Bauer, G. Bagnato, M. Ventura “Puoi anche dire no!” 2002, Baldini Castoldi Dalai editore, Milano

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